Come ossitocina e vasopressina generano empatia

 

 

GIOVANNA REZZONI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 04 ottobre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le immagini che ci arrivano in questi giorni della guerra in Ucraina, e ancor più dai territori intorno a Gaza, evocano stati mentali di dispiacere ed empatia per i sopravvissuti con le loro profonde sofferenze. Alcuni video registrati nella striscia di Gaza da Emergency e da altre istituzioni ed agenzie internazionali documentano distruzione, morte, mutilazioni, traumi multipli, ferite insanabili, inedia, malattia, disperazione a qualche ora di aereo di distanza dalle nostre città. E, mentre politici e opinionisti si dividono sulla missione della Flotilla, la massima parte degli spettatori e degli ascoltatori mediatici di orrori e patimenti mostrati nelle immagini e riferiti nei rapporti giornalistici, non può fare a meno di empatizzare con i sofferenti di danni fisici e perdite morali e materiali.

Si vedono bambini che scappano disperati con i loro fratellini in braccio, mentre si sente che quel luogo è risultato al primo posto nel calcolo epidemiologico degli amputati pro capite, con 4.000 bambini che hanno subito amputazioni, la mancanza di cibo che ha ridotto alla fame tre quarti della popolazione, la mancanza di acqua testimoniata da decine di bambini che girano con taniche vuote, nel vano tentativo di trovare il più essenziale degli elementi necessari alla vita.

Lo stato d’animo partecipativo, che ci riporta alla mente la storia etimologica della parola greca pathos, usata nella più antica attestazione per descrivere lo stato psichico di un bambino che vede un adulto soffrire, in questi casi è definito empatia del dolore sociale. Le basi biologiche della sua genesi e del suo mantenimento sono oggetto di numerosi studi.

È noto che questa empatia per il dolore sociale è sicuramente modulata da ossitocina (OXT) e arginina-vasopressina (AVP), il cui ruolo è stato indagato analiticamente da Xiaodong Zhang e colleghi mediante fMRI naturalistica, analisi dell’espressione genica e approcci farmacologici. I ricercatori hanno accertato che entrambi i peptidi accrescono significativamente l’empatia attraverso effetti condivisi sulla rete percezione-cognizione-emozione, ma si distinguono l’uno dall’altro in quanto sono impegnati in vie recettoriali specifiche differenti e promuovono ciascuno una propria connettività funzionale.

(Xu L. et al., Oxytocin and vasopressin enhance social pain empathy via common and distinct of neural expressions, genetic pathways, and networks. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2520651122, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: The Clinical Hospital of Chengdu Brain Science Institute, Key Laboratory for NeuroInformation of Ministry of Education, School of Life Science and Technology, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu (Cina); Applied Psychology Department, School of Medicine, Southwest University of Science and Technology, Mianyang  (Cina); Faculty of Psychology, Southwest University, Chongqing (Cina); Institute of Brain and Psychological Sciences, Sichuan Normal University, Chengdu (Cina); China-Cuba Belt and Road Joint Laboratory on Neurotechnology and Brain-Apparatus Communication, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu (Cina); The Department of Psychology, The State Key Laboratory of Brain and Cognitive Sciences, The University of Hong Kong, Hong Kong (Cina); The Center of Psychosomatic Medicine, Sichuan Provincial Center for Mental Health, Sichuan Provincial People's Hospital, University of Electronic Science and Technology of China, Chengdu (Cina).

Essere testimoni di sofferenze sociali di altre persone evoca quello stato che convenzionalmente si definisce empatia del dolore sociale, un processo complesso che riguarda dimensioni cognitive, affettive e motivazionali dell’esperienza umana. Sebbene sia noto da tempo che i peptidi ipotalamici ossitocina (OXT) e vasopressina – specificamente l’arginina-vasopressina – (AVP) modulino la funzione sociale, i loro rispettivi contributi al processo di social pain empathy non sono stati ancora caratterizzati in modo distinto, certo, preciso ed esaustivo. Per cercare di colmare questa lacuna, Xiaodong Zhang e colleghi hanno impiegato una strategia multi-metodica, combinando approcci sperimentali molto diversi ma, in questo caso, opportunamente complementari: fMRI naturalistica, decodifica funzionale (functional decoding), analisi dell’espressione genica e modulazione farmacologica, usando OXT intranasale (24 UI) o AVP (20 UI) in una coorte di 163 volontari partecipanti allo studio.

I risultati emersi indicano che entrambe, OXT e AVP, erano in grado di accrescere l’empatia per il dolore rispetto al placebo, con pattern di modulazione neurofunzionale e genetica simili, ma distinguibili. In particolare, i due peptidi presentavano l’impegno condiviso della rete percezione-cognizione-emozione, che include regioni frontali, l’insula, il solco temporale superiore e il giro paraippocampico, ma, quale aspetto rilevante, sono emersi profili divergenti in termini di meccanismi:

 

§  OXT influenzava preferenzialmente la connettività allo stato di riposo e le aree di elaborazione percettiva della visione;

§  AVP esercitava una più forte modulazione dei circuiti percettivo-esecutivi.

 

Queste distinte azioni erano perfettamente in linea con i loro specifici pattern di espressione recettoriale e di interazione con specifici sistemi genetici.

Dall’insieme dei dati emersi si possono delineare i modi in cui OXT e AVP danno forma alla natura multidimensionale dell’empatia per il dolore sociale, e osservare che questo studio fornisce un riferimento neurobiologico preciso per la comprensione dei processi alla base di questo tipo di esperienza empatica. Infine, si può notare che queste nuove conoscenze indicano potenziali obiettivi per indirizzare interventi sui disturbi della cognizione sociale.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanna Rezzoni

BM&L-04 ottobre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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